Thursday, April 30, 2015

Te la do io la Toscana, Nini!

Un giorno sì e un giorno no mi imbatto nell'abuso e nello stupro dell'aggettivo Tuscan.
Io sono Toscana e quando mi trovo di fronte a certe cose mi cadono le braccia, rimango a bocca aperta , mi offendo un po' e mi lascio andare alla prima "maremma..." che ho disponibile sulla punta della lingua.
Qui l'amore e il fanatismo per l'Italia sono infiniti. È una cosa che rende ogni immigrato orgoglioso.
Quando dico che c'è un abuso e stupro del termine Tuscan però non scherzo.
Viene  aggiunto ovunque, ma non ho ancora capito se lo fanno perché suona fashion, perché rende il prodotto in questione più commerciabile o perché davvero sono fanatici. Oppure , come si dice in Toscana, per infinocchiarti cioè per fregarti.
Questa la serie di cose che vedo in giro, nei media e in TV che viene definito Tuscan:
- Tuscan sandwich: bo! Si tratta di un panino farcito con la qualunque meno che finocchiona, che farebbe molto più Toscana di mille e settecento ingredienti mischiati insieme.
- Tuscan restaurant: ristoranti con fantasiosi menù pseudo italiani/ toscani ( ma questi sono un po' ovunque)
- Riviste che ti insegnano a toscanizzare la tua casa. Più che altro mi sembra di vedere  immagini di dimore super costose, molto country ma anche molto inglesi.
- Tuscan decorations: ceramiche, decorazioni in metallo o mobilia poco toscane ma assai orientali.
- Tuscan bread , cioè il mitico pane toscano. Questa è forse la cosa che più mi "tormenta" tra le molte che vedo. Chiamano "pane toscano" un pane rotondo, morbido quasi floscio , senza "corteccia" , per niente croccante e con il quale dopo due ore puoi giocare a pallone.

Quando mi sono trasferita qui in pianta stabile avevo l'ossessione per il pane per come lo conoscevo io.  Ne sentivo la mancanza più della mia famiglia ( o quasi) e mi sono passata in rassegna molti panifici in zona per trovare quell'impasto che avesse un minimo del sapore che cercavo. Mi sono arresa. Poi c' la triste realtà che io non lo so fare, non ho il forno adatto e quindi mi sono adattata a la forma di pane più croccante che a volte trovo in giro per supermercati.
Sono passati mesi e mesi e nel frattempo io  nel mio piccolo ho cerco di non perdere il mio essere Toscana.
La mia regione  la porto nel cuore, negli occhi che sentono  spesso la mancanza di morbide e verdi colline, così come la mantengo fortemente nella mia parlata, nel mio fantastico accento del quale vado molto orgogliosa.
Poi ho seminato in giro per la casa piccole cose molto toscane. Cioè i piatti di ceramica dipinti a mano ed ereditati dai miei nonni risalenti agli anni quaranta. La griglia per abbrustolire il pane. Libri di ricette di uno chef toscano, il calendario fiorentino che mi ha mandato lo scorso Natale mia sorella, una mappa della vecchia Firenze appesa in soggiorno...
A volte sento il bisogno di toscanizzare anche chi mi sta intorno. È come se avessi il dovere di compiere una missione umanitaria! Penso allora: " Te la do io la Toscana, Nini!".
Quindi insegno l'Italiano a mio marito con il mio perfetto accento, compresa la migliore serie di maremme che io conosca. Chiamo i Cantuccini con il loro nome e non biscotti come è usanza fare qui. Qualcuno ne rimane basito ma non importa! Oppure mi preoccupo di indottrinare a dovere amici e parenti americani riguardo al Tartufo, la Cinta Senese, la vera Bistecca Fiorentina, il Cacio con le pere, il Formaggio al Tartufo o l'autentico Pecorino Toscano.
Cosi come invito a sorseggiare il Vin Santo con i Cantuccini, quelle rare volte che troviamo una bottiglia. Inorridisco quando vedo che la mandano giù  come fosse acqua. Qui l' alcool viene consumato davvero come acqua naturale, giusto per stare arzilli e non per apprezzarlo e gustarlo.
Sono convinta che questa mia esigenza, forse ossessione, di diffondere la cultura Toscana qui sia più una mia paura di perdere le origini. Ho magari l'ansia di lasciarmi sopraffare da una nuova cultura, dal paese nel quale vivo e che piano piano pero' sto conoscendo e imparando ad amare.
Insomma tutto questo per dire che un po' mi dispiace che ci sia questo abuso della Toscana, temo non passi il concetto vero, la vera immagine della nostra regione. Allo stesso tempo mi rende orgogliosa che qui ci sia questa adorazione, anche se è evidente che spesso non hanno idea di cosa stiamo parlando!
L'unico modo per far scoprire davvero la Toscana a questi "amerihani" sarebbe portarceli in vacanza!