Thursday, May 21, 2015

Assuefatta dalla TV spazzatura

La tv americana offre una moltitudine di canali e di programmi. I miei preferiti sono quelli più assurdi. Non mi vergogno ad ammettere che guardo roba vergognosa, inutile, stupida, con zero valore educativo/culturale e non ci trovo niente di male. Mi fanno rabbia quelle persone che dicono di seguire programmi culturali e poi guardano "Say yes to the dress".
I programmi che seguo praticamente mi restringono il cervello anziché stimolarlo, creano dipendenza, una droga. Sono drogata di scemenze e di inutilità. Alcuni mi fanno ridere, mi domando come la gente possa essere tanto scema mentre altri mi danno un misto di stupore e rabbia perché sono dei fenomeni sociali e televisivi che non si spiegano.
Come "19 Kids and counting", tradotto "19 figli e si continua a contare".
Il titolo del programma dice tutto.
Questo real show è iniziato quando i figli erano "solamente" 14, circa 10 anni fa. Ha avuto così tanto successo che negli anni il contratto è stato rinnovato fino ad oggi.
Si tratta di una famiglia estremamente religiosa ( non ho capito bene quale religione nello specifico perché qui ce ne sono a non finire) la cui vita ruota intorno a Dio, come servirlo e cosa lui  decida per tutti loro.
Il loro stile di vita è lontanissimo dai giorni nostri. A servizio di Dio prevede la modestia nel presentarsi e nel porsi al mondo. Il loro mondo chiuso però, chiuso e inaccessibile. Questo vuol dire che i bambini non vanno a scuola nel modo più convenzionale che tutti noi conosciamo ma vengono educati a casa dalla madre. Nessuno va al college ma finisce per lavorare con il padre, se maschio e fare la brava moglie di famiglia servitrice del marito, se femmina.
Le figlie vestono sempre con gonne lunghe almeno fino al ginocchio, capelli lunghi,  manine raccolte e sorriso sempre contenuto. Mai una battuta azzardata, non hanno miti musicali, non guardano la TV, suonano il violino e il pianoforte solo per suonare musiche religiose.
I figli indossano solo pantaloni, polo, capelli con piega perfetta. Imparano dal padre a lavorare la terra, corteggiare e rendere servizievole la futura moglie.
Privilegiano lo shopping in negozi dell'usato e modificano tutto ciò che scopre troppo la pelle.
Ovviamente le loro giornate sono scandite dalle ore di preghiera e da lavaggi del cervello.
Non scambiano abbracci "classici" ma solo laterali perché in mezzo a loro ci deve essere sempre posto per Dio, guai a prendergli il posto con contatti fisici.
Oggi i figli più grandi hanno più di venti anni e hanno avuto un adolescenza tutta "casa e chiesa", tra mille divieti e regole rigidissime. Hanno frequentato solo amici di famiglia che fanno parte della stessa religione e chiesa. Assolutamente vietato avere relazioni amorose.
Di solito è il padre che prima conosce un ipotetico ragazzo per una delle figlie, preferibilmente uno che fa parte del suo gruppo di preghiera. Lui lo introduce alla figlia come amico e questo poverello poi, se vuole iniziare qualcosa di più con la figlia deve chiedere il permesso al padre. Inizia così il courtship, il corteggiamento con solo scopo finale il matrimonio. Cioè da qui non si torna più indietro. Il primo e solo uomo che la figlia incontra è quello con cui passerà la vita.
Durante il corteggiamento i due scelgono gli standard di frequentazione ai quali attenersi, cioè i dettami in realtà imposti dalle religione che impongono il divieto di ogni tipo di rapporto fisico, no abbracci, non si tengono per la mano, no baci, no sesso.  A controllare che i due non cadano in tentazione c'è sempre uno chaperon, cioè uno degli innumerabili fratelli che regge il moccolo alla coppia in uscita.
Quindi tempo zero il poveraccio che non contiene  più gli istinti animali chiede in sposa la giovane  vergine. La miglior proposta che ho visto è stata questa: " Vuoi servire il Signore con me per il resto della tua vita?" Eh, sì perché non ci si sposa per condividere la vita con la persona che si ama ma per servire il Signore insieme e tenerlo in mezzo a noi.
Durante la celebrazione del matrimonio si scambieranno il primo bacio davanti ad almeno mille invitati e ovviamente consumeranno la prima notte di nozze. Due delle figlie "promesse in sposa" a due baldi giovanotti hanno annunciato di essere in attesa del primo figlio a meno di tre mesi dalle nozze. Lo scopo è replicare le gesta riproduttive dei genitori e di accogliere tutti i figli che Dio vuole donargli.
Assurdità senza spiegazione logica per me accade durante la gravidanza. Viene fatta una ecografia per accertare la presenza del battito cardiaco e una per sapere il sesso del nascituro. È così via, fino al parto. In casa. E a riguardo non mi esprimo.
Il primogenito di questa prolifica famigliola ha 28 anni e quattro figli e un futuro ancora molto fertile di fronte a se. Fa il predicatore, promuove le associazione pro vita, vicino a repubblicani degli estremi stati del sud, eccessivi da ogni punto di vista.
No so bene quale sia la formula magica di questi programmi ma hanno su di me un effetto ipnotico. Non riesco a smettere di guardarlo, mossa da una morbosa curiosità. Mentre guardo una nuova puntata ogni volta mi domando: perché? Perché vivono così? Perché questo modo preistorico di educare i figli? E come fanno questi ad essere così perfetti? Come possono vivere una vita così estrema? Cosa succede in quella casa quando le telecamere con ci sono a filmare questo stralci di vita felicemente imposta da Dio? Come controllano gli istinti, se davvero li contengono...
Probabilmente questi ragazzi non hanno idea di quello che sia il vero mondo fuori dal loro, non hanno mai potuto vederlo e sperimentarlo. Non hanno il potere decisionale sulla loro vita, non si ribellano, il timore di peccare forse li tormenta. Tutto al di fuori della loro realtà è tentazione, peccato, il loro Dio non lo approva.
Essenzialmente la domanda che mi viene più spontanea è: ma come possono essere così scemi e vivere così in un paese che offre l' impossibile e dove la libertà di scelta esiste in ogni sua forma?.
Non ci sono risposte ragionevoli e logiche, sono assurdi e ingiusti. Questo secondo me, sia chiaro e senza offendere alcuna religione, dalla più permissiva alla più rigida. 
Loro credono che la loro vita sia nelle mani di Dio, io credo che la mia sia nella mie mani, nella mia razionalità e capacità di scelta.