Thursday, January 15, 2015

Si pela.

In questi giorni da queste parti si pela. Ovvio che non stiamo a pelar patate ma ho usato un po' di Toscano per dire che fa molto, molto freddo.
Solitamente a  gennaio si è sommersi dalla neve, invece quest'anno ancora niente. A me non dispiace per niente ma gli americani veri sono molto dispiaciuti e lo sono stati ancora di più quando a Natale ci sono stati 15 gradi e tanto sole. Io invece gongolavo!
Quando fuori ci sono queste temperature quello che vorrei è starmene in casa al calduccio e guardare fuori dalla finestra. Magari, non posso. Ieri infatti alle 7 del mattino ero alla fermata dell'autobus. Impalata, imbalsamata dal freddo non riuscivo a muovere altro che la testa a destra e sinistra.
Osservavo i miei compagni di viaggio, i soliti. Ieri li ho guardati meglio e ho fatto la riflessione che segue.
Io non sarò mai come loro. Io non mi abituerò mai a questo freddo. Potrò combatterlo ma il mio fisico non lo accetterà mai. È così.
Per capirci. Ieri alle 7 del mattino c'erano -8 gradi e un pochino di vento.
La mia "vestizione" prima di uscire di casa ha richiesto tempo e ingegno. Cosa mi metto? I calzini di lana? Il maglione lungo? Quale cappello? Così mi sono preparata con cappello, collo bello aderente, piumino (ovvio), guanti da neve e scarponi da neve nonostante questa fosse del tutto assente. Del viso si vedevano giusto gli occhi. 
Ho realizzato che gli autoctoni non sentono il freddo che sento io e come me i brasiliani e messicani che vivono qui.
Gli autoctoni o meglio le autoctoni si presentano alla fermata del bus con -8 gradi indossando cappottino di panno primaverile, pantaloni a tre quarti, niente cappello o guanti, sciarpina fine e una scarpa stile sabot aperta dietro....e senza calze! 
Io capisco che lei sia nata e cresciuta a queste temperature ma quando è freddo è freddo. Lei non lo sente, io la invidio. Lei è disinvolta, io avvolta in strati di abbigliamento caldo che però mi impediscono i movimenti.
Noi immigrati, catapultati in questa gelida realtà, ci riconosciamo da lontano perché in questi giorni siamo tutti avvolti in piumini e metri di sciarpe. Oppure perché nemmeno sul l'autobus ci togliamo cappello e guanti e non ci sediamo vicino alle porte di entrata e uscita. Gli autoctoni invece stanno in piedi di fronte alla porta di uscita e ad ogni fermata prendono una bella boccata d'aria fresca! 
Ci guardiamo, ci scambiamo un sorriso di comprensione e proseguiamo verso le nostre mete. E siamo quelli che prima di scendere riportiamo la sciarpa sopra il naso per non respirare aria gelida.