Thursday, March 26, 2015

Crisi d'identità

Vivere in un paese che non è quello di origine può mandare in crisi quelli come me. Non che io qui  ci stia male. La scelta migliore fatta in tutta la mia vita.  Ma io sono una che si logora nei pensieri più assurdi, rimugino per ore, e per giorni fino a pensare cose che non esistono.  E poi la mia amica
"Ansia " mi viene a trovare e allora è difficile ritornare lucida ed obiettiva. Mi domando se forse sia arrivata l'ora di contattare un bravo psicologo, ma questo è un altro discorso.
Insomma vado in crisi quando qualcuno appena apro bocca capisce che non sono per niente americana e mi domanda: "di dove sei"? .  Io presuppongo che mi si chieda la mia origine, cioè dove sono nata. Rispondo ovviamente di essere Italiana, nello specifico Toscana. (Che poi è vero al 50% perché alla fine sono orgogliosamente mezza siciliana). Quindi dopo la risposta mi domandano di nuovo : "si, ma dove vivi?!". E io rispondo di vivere qui. Quindi dopo questa risposta mi fanno spesso notare che però vivo qui, "sei nata in Italia ma a questo punto sei di qui" . Ecco, io in quel momento mi faccio un bel cartone animato mentale e mi vedo con un mega punto interrogativo sulla testa mentre chiedo a me stessa da dove vengo.  Il punto interrogativo mi schiaccia, mi fa più bassa di quello che sono e mi viene una bella faccia a bischero mentre cerco di fare attenzione a quello che mi viene detto.
Si scatenano pensieri che faccio fatica a risolvere e domande alle quali vorrei rispondere.
Cioè: ufficialmente sono nata, cresciuta, vissuta in Italia ma legalmente non ci vivo più. Risiedo qui. Si aspettano che alla fine dica loro che vengo da Boston, ma come faccio a dirlo con convinzione? Sono io che non ci credo ancora?
Non mi ci sono ancora abituata?
Oppure non mi sono ancora  staccata dal cordone ombelicale che mi lega all'Italia? Ma quando arriva il momento in cui si sente di appartenere ad un paese, ad una cultura anziché ad un'altra? Oppure a due diversi paesi e due diverse culture contemporaneamente?
Può succedere che si abbandonino completamente la propria identità e origini per farne proprie di nuove?
Che incubo! Eppure so chi sono, da dove vengo e dove voglio stare ma queste cose mi mandano di fuori e mi fanno pensare. Ci perdo le ore.
Forse la sola domanda che dovrei farmi è invece un'altra : "Non è che ho troppo tempo libero tra le mani?".

A.

Ps: forse questo video è più adatto ad un post su varie esilaranti esperienze con la dogana ma è bellissimo, mi fa tanto ridere e pensare contemporaneamente quando Massimo Troisi alla domanda "chi siete" risponde "quelli di prima". Io sono quella di prima. Il prima che si fonde con quello che sono ora. 



Saturday, March 14, 2015

La parola magica

Oltre al rinnovo dei miei documenti stiamo lavorando anche alle scartoffie per l'acquisizione della Cittadinanza Italiana di mio marito. Sarà per discendenza quindi le cose vanno fatte con un certo ordine. Questo vuole dire che prima deve ottenerla la  sua mamma. Con lei abbiamo iniziato la raccolta dei documenti sui quali deve essere apposta una Apostilla, cioè un timbro rilasciato dalla stato del Massachusetts che attribuisce a questi documenti valore internazionale.
Martedì scorso siamo andate nell'ufficio predisposto a Boston. 
Mi ero documentata online e sapevo che se ci fossimo presentate con più di tre documenti avremmo dovuto lasciarli lì e ritirarli il giorno seguente. Quanti ne avevamo? 7. 
L'impiegata me lo ha ricordato appena ho spiegato il motivo per il quale eravamo li. Le ho risposto che ne ero al corrente. Chiedo inoltre se è possibile avere i documenti a casa, cioè spediti via posta. La signora con fare molto scocciato mi chiede se ho la busta già affrancata e con indirizzo stampato. Ovvio che cado dal pero perché non ho niente di quello che mi chiede. Vedo quasi il fuoco  nei suoi occhi e quasi mi sento stupida per aver fatto una domanda! Io e mia suocera ci scambiamo uno sguardo veloce. Non so se mi scappava più da ridere o da piangere. 
La signora passa in rassegna i documenti e mi chiede a quale paese siano destinanti. Con un filo di voce rispondo: "Italy".
Ecco, a questo punto accade il miracolo. Forse San Gennaro, che io certo non prego o forse un goccio di sangue italiano che scorre nelle vene della signora ed ecco che questa cambia espressione. Prende tutti i documenti sotto braccio, il volto teso si addolcisce e sfoderando un bel sorriso ci dice che li farà tutti ora. Seduta stante, tutti e sette. Ciò vuol dire che non torneremo. Ma più che altro come dice mia suocera: Italia è la parola magica! 
È così, mi era già capitato di usare la parola magica e di essere travolta da complimenti e apprezzamenti. Ma in questo caso è favoritismo? È giusto? E se avessi detto di essere Olandese? Anche questa volta mi metto a pensare a cosa è giusto o no mentre forse dovrei godermi , almeno una volta, un miracolo! 
Per farla breve, cinque minuti e usciamo soddisfatte per questo piccolo regalo. 
Martedì era una bellissima giornata e ci siamo trattenute a Boston. Bello il mio filetto, bella citta' anche quando è gelata dalla neve e dal ghiaccio ma sotto un cielo azzurro che mi fa solo venire in mente la parola magica.


A.